La curcuma è una pianta perenne che cresce nelle zone tropicali e specialmente in
India e nel Sud-est asiatico ma anche in Africa. Le specie di curcuma presenti nel
mondo sono circa 130.
Quella più conosciuta e studiata è la Curcuma Longa (c. domestica).
Il nome curcuma deriva dall'arabo Kurkum che significa zafferano.
Il rizoma (radice) della curcuma viene lavato, sottoposto a breve bollitura, essiccato
ed infine macinato per ottenere una polvere dal colore giallastro.
La curcuma è da più di quattromila anni utilizzata nella medicina Ayurvedica
indiana per il trattamento di svariate malattie in virtù delle sue attività antiossidanti
e antinfiammatorie.
Attualmente la curcuma viene impiegata nell'alimentazione come spezia (es. nel curry),
come colorante (E 100) e come integratore alimentare.
Nel rizoma della curcuma sono contenuti dei principi attivi chiamati curcuminoidi in
una percentuale variabile dal 3 % al 6 %.
I curcuminoidi più importanti sono la curcumina detta anche diferuloilmetano che
rappresenta circa il 75-85 % dei curcuminoidi, la demetossicurcumina o curcumina II
(17-30 % circa), la bisdemetossicurcumina o curcumina III (5-6 %).
Un quarto curcuminoide è la tetraidrocurcumina che è ottenuta dalla curcumina
per l'azione dell'enzima CurA a livello intestinale.
La curcumina è contenuta nella radice secca in una percentuale che varia dal 3 % fino
al 7 % nelle radici di qualità superiore.
La frazione di curcumina varia in rapporto alla specie di curcuma, al tipo di terreno dove
viene coltivata la pianta e alle condizioni ambientali.
La curcumina fu isolata per la prima volta da Vogel e Pelletier nel 1842.
J. Milobedzka determinò la sua struttura nel 1910.
Lampe effettuò la prima sintesi della curcumina nel 1918 e Srinivasan
nel 1953 riuscì a separare i suoi vari componenti.
La cucurmina appartiene al gruppo dei polifenoli ed è composta da due anelli
fenolici.
Non è solubile in acqua ma nei grassi e diventa instabile alla luce e a PH alcalino
dove viene degradata al 90% in acido ferulico, feruloilmetano e vanillina.
Il suo deterioramento nell'organismo viene ostacolato dalla contemporanea
somministrazione di sostanze ossidanti.
La curcumina, assunta per via orale, raggiunge il picco della concentrazione nel
sangue dopo 1-2 ore mentre dopo circa 12 ore non è più rilevabile.
La curcumina ha però una bassa biodisponibilità in quanto subisce una estesa
metabolizzazione intestinale ed epatica con la formazione di prodotti come la
curcumina-glucuronide, la curcumina-solfato, la tetraidrocurcumina e per reazioni
di riduzione la esaidrocurcumina e la octoidrocurcumina.
La bassa biodisponibilità pone dei dubbi sulla sua reale efficacia terapeutica.
Per aumentare la sua biodisponibilità si utilizzano varie metodiche :
- associazione curcumina-piperina
- curcumina con lecitine (fitosoma)
- curcumina incapsulata in nanoparticelle
- curcumina incapsulata in liposomi (vescicole a doppio strato)